Ode al rossetto (rosso)

Quando siete appassionate di make-up a livello quasi patologico come la sottoscritta, capita che viviate delle fasi determinate. Funziona un po’ come con i sintomi dell’influenza: parte da un paio di starnuti random, poi vi vengono i brividi, segue il mal di gola e, infine, vi ritrovate con la febbre a 38°C.

Con la collezione di make-up succede più o meno la stessa cosa: passate dall’avere tutti i vostri trucchi un po’ sfigati dentro ad una pochette buttata in un angolo sotto al mobile del bagno ad andare a comprarvi un mobile adatto a contenere la vostra collezione. Per riempirlo completamente.

A me i trucchi sono sempre piaciuti. Negli anni bui della mia adolescenza di fine millennio, ricordo bene di aver provato una profonda ammirazione per lo stand Chanel e YSL, inavvicinabile in lire, su cui fantasticavo. È una passione che è rimasta strisciante per lungo tempo finché una combinazione di tempo, risorse, interesse e voglia di essere come si vorrebbe mi ha portato nel baratro del make-up.

Dunque, in principio c’era una pochette parecchio sfigata. Conteneva un eyeliner nero, un ombretto dorato, una cipria, fondotinta, mascara e matita nera. Un paio di gloss rosa. Poi venne l’illuminazione, la folgorazione, l’influenza, chiamatela come vi pare. Fu quello il momento in cui iniziarono ad esserci le fasi.

Cominciano generalmente con una sbandata per gli ombretti. Dovete avere tutte le sfumature distinguibili dall’occhio umano di numerosi finish esistenti in natura. Perlato, matte, metallizzato, opaco, eccetera. Iniziate a sbavare per le palette Urban Decay, dalle coloratissime Vice alle celeberrime Naked. Impazzite per la M.A.C., di cui bramate una palette componibile, oppure per gli ombretti minerali di Neve. I packaging divertenti della Too Faced vi fanno brillare gli occhi, la scrivenza degli Inglot vi lascia senza fiato.

Poi vi viene la blushite. Magari succede mentre ammirate i ventimila tester presenti da M.A.C., oppure rimanete fulminate dagli infiniti blush di Neve Cosmetics, sia in polvere che compatti (e adesso sono usciti anche i nuovi Blush Garden, salvatemi!)

Cominciate a bramare i brand più rari da trovare: Illamasqua, al tempo anche Nars, fortunatamente sbarcata tre anni fa in Italia.

Ma il colpo di grazia saranno i rossetti. Vedete, il rossetto, rispetto agli altri prodotti di make-up, ha una forza simbolica, una carica maggiore. È il prodotto per eccellenza, che va indossato, saputo portare. Non mi riferisco alla querelle, spesso invocata nel web, tra i sostenitori del “rossetto come unico focus del viso, da mettere rigorosamente di sera,” e quelli del “rossetto a tutte le ore del giorno. Anche alle sette del mattino, purché me lo sappia mettere”: io, comunque, appartengo alla seconda scuola di pensiero.

Il rossetto è quel prodotto che tentiamo di mettere di nascosto a quattordici, quindici anni, per sentirci già donne, quando invece sembriamo bambine vestite per Carnevale. È quello che, se vi mettete un cappottino ladylike, uno chignon e una decolté fa subito dive. Vi ripaga dell’attesa di non averlo saputo o voluto indossare. Diventa parte di voi, del vostro look. Cattura lo sguardo e l’attenzione e, quando lo portate, persino il cappotto nero che avete da una vita sembra un capo nuovo e più bello. Perché il rossetto è come un bel paio di scarpe, un vestito importante, una piega ben fatta. Si sfoggia come un gioiello. Esagero? Quanto è bello ritoccarsi le labbra tirando fuori dalla borsetta un rossetto, d’un rosso vivo e acceso?

Dovete capirmi: è una settimana che non indosso il rossetto. Ho le labbra screpolate in una maniera indegna, e forse avrei fatto bene a seguire il consiglio della Cicala Sara, e non mi sono potuta godere il bellissimo rossetto rosso che ho preso sabato scorso con il Back to Mac: il meraviglioso D for Danger che fa da anteprima a questo articolo. L’ho indossato solamente domenica, quando sono andata a vedere The Hateful Eight. Si tratta di un bellissimo rossetto matte, color ciliegia, resistentissimo. Ha resistito a tre ore di cinema, quarantacinque minuti di pubblicità e una cena fuori – certo, a fine serata avevo solamente le labbra tinte di rosso, ma per levare quella lieve tintura ho dovuto comunque usare sulle labbra lo struccante per occhi, fate voi.

Sperando di poter tornare presto ad indossare rossetti meravigliosi, vi saluto.

Sigh! (il Furby, impietosito per la triste storia delle mie labbra screpolate, si è reso custode del mio ultimo, bellissimo, rossetto. Mi raccomando, Furby!!)

Claudia

2 Commenti

  1. maisenzamakeup 12 Febbraio 2016
    • Cicale Chic 12 Febbraio 2016

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