Noi Cicale ci siamo conosciute quando eravamo già grandi, donne bell’e fatte, ai tempi dell’università. Ma ci piace pensare che, se ci fossimo incontrate da bambine saremmo comunque diventate amiche per la pelle.
Avremmo torturato le nostre mamme per portarci l’una a casa dell’altra, di pomeriggio, per giocare con le barbie.
Avremmo insistito per farci rimanere un po’ di più, per vedere insieme i cartoni animati, o le videocassette della Disney. Qualche anno più avanti avremmo affinato i nostri metodi di martirio per farci restare ancora, per sognare guardando Beverly Hills 90210.
Avremmo fatto di tutto per uscire insieme al parchetto, fino alle 19 e non più, per andare in edicola a comprare Cioè, per poi sfogliarlo su una qualche panchina di legno o di vernice verde scrostata. Avremmo fantasticato su storie di bambole, personaggi colorati, attori americani e tutto il resto. Ne avremmo create più del dovuto, fino allo sfinimento. Ci saremmo reciprocamente sfinite di chiacchiere.
I più attenti lettori di questo blog, lo sappiamo, si staranno già chiedendo: “Ma perché, qui che fanno?”. Infatti è proprio a questa conclusione quasi scontata che vogliamo arrivare.
Forse per recuperare il tempo perduto, forse perché vogliamo ricordarci dei bei tempi dell’infanzia e non abbandonare per nessuna ragione al mondo quelle noi bambine, forse perché la fantasia va esercitata sempre e noi lo sappiamo fin troppo bene, forse per tutto questo e chissà che altro siamo qui, e giochiamo continuamente.
La nascita dei fantacast
Di solito lo facciamo di sera, dopo il lavoro, quando fuori fa freddo, o quando siamo troppo stanche per uscire e ci ritroviamo schermo a schermo, tra tante chiacchiere e voglia di sfoderare il nostro estro creativo. Di solito giochiamo parlando di libri, di film, di trucchi, di vestiti e di accessori. Guardiamo foto, siti, video, li commentiamo. Ci scambiamo consigli. Molti di questi doppi quasi tennistici, fatti di battute che si susseguono l’un l’altra, e di idee colpite con una racchetta piccola e fashion, siete così fortunati da ritrovarveli qui.
Era proprio una sera da Roland Garos, quando parlando e parlando di un libro che entrambe avevamo letto e adorato, quella in cui ci siamo dette:
“Pensa se ci facessero un film!”
“Sì, e pensa se le responsabili del casting fossimo noi!”
“Sì – incalza l’altra, sempre come in preda ad un’estasi adrenalinica – e pensa se avessimo un budget infinito!”
Ed è così che ci siamo messe all’opera. Per ogni personaggio del libro cercavamo un attore che al meglio – a nostro parere – avrebbe saputo interpretarlo nei tic, nei gesti, nelle storture e nei pregi. L’attore che nelle fattezze fisiche più si sarebbe potuto avvicinare al personaggio che avevamo conosciuto su carta, così come ce lo eravamo immaginato. Guardavamo foto, video, ricordavamo i film nei quali avevamo visto e amato quell’attore. I dubbi erano molti, i candidati non sempre abbastanza numerosi.
Sapete, non è sempre facile trovare una persona adatta. A volte perché sul personaggio letterario non si è fantasticato abbastanza – ma in questo caso bastano un po’ di chiacchiere cicalose per risolvere il problema. Altre volte perché forse l’autore è stato poco generoso nelle descrizioni, oppure perché è stato così bravo che non sembra possa esistere l’attore perfetto. Ma noi siamo instancabili, oltre ad essere grandi appassionate delle due arti. Così non ci siamo date per vinte. Abbiamo sofferto, estromettendo alcuni dei nostri interpreti preferiti e ci siamo sforzate anche di armonizzare un cast che poteva apparire di difficile mixaggio.
Alla fine avevamo un collage di foto di attori, con il nome del personaggio del libro accanto al nome dell’attore. Avevamo creato il nostro primo fantacast. Un cast fantastico, di fantasia, di grandi attori che interpretavamo un libro non ancora divenuto film nella realtà. Dopo il primo ci abbiamo preso gusto e abbiamo continuato con altri libri e in seguito con i cartoni animati. È un gioco che ci diverte tantissimo e ora siamo pronte per condividere questi spassosi deliri con voi!
Sara
Che bello!
Un nuovo filone di chiacchiere cicalose è stato scoperto stasera!
Mi permettete, però, un pensierino a latere?
Spesso, le amichette con cui si è giocato da piccole non sono poi tutto questo granchè, una volta cresciute: o perchè avevano di voi un’idea fanciullesca o, forse, perchè non credono che si possa sviluppare un animo critico con un gusto diverso dal loro.
Le migliori amiche, quelle che saranno insignite del nobile titolo di “storiche”, quelle che si distingueranno, dalla pletora delle conoscenze incidentali del percorso della vita, sono quelle che si conoscono all’università! Quando, cioè, non si è più bimbette e già si è ben definito il proprio carattere e si è capito il vero significato della parola “amicizia”.
Perciò…. viva le amiche dell’Uni! Viva le CHICale!
Ciao Emi! Ma come, ti erano sfuggiti i mitici fantacast? Devi assolutamente rimediare! Non tutte le amicizie che ci trasciniamo dall’infanzia riescono, in effetti, a perdurare fino all’età adulta, per le ragioni che hai elencato e molte altre, però ci sono delle volte in cui si trovano anime affini alle proprie, da adulti. All’università (ma anche altrove) in effetti ne abbiamo incontrate diverse, di queste persone! Che poi, a dirtela proprio tutta, le Cicale si sono conosciute al primo anno ma hanno dato pochi esami insieme e hanno iniziato a frequentarsi…alla fine della triennale/inizio specialistica! W la Emiiiii!! (p.s. hai visto quanto Tommaso c’è nei vari fantacast??)