Le Cicale Chic hanno anche un’altra passione che le consuma: i gioielli Pandora. Non c’è un modo facile per dirlo. Questo amore desta la perplessità dei parenti e degli amici, l’aperta disapprovazione dei fidanzati ma, come le grandi storie, non si ferma davanti a nulla. Nemmeno alla fila che si forma fuori dal negozio sotto le festività. Abbiamo le prove.
Siccome siamo impazzite completamente e non sappiamo gestire la cosa con un unico post, provvederemo a mostrarvi pezzo dopo pezzo quanto abbiamo accaparrato nel tempo.
Ma andiamo con calma. Il primo oggetto che vi mostro, è un anellino (perché dopo il bracciale, sappiatelo, non vi fermerete: vorrete il secondo bracciale, poi gli orecchini, poi l’anellino, poi la collana, in un vortice infinito che vi inghiottirà senza speranza).
Quando l’avevo visto sul catalogo e nel negozio a onor del vero, non mi aveva convinta tantissimo. Aveva un’aria forse troppo carica, avrebbe potuto non essere adatto.
In fondo, si tratta di una corona di cuoricini tempestata di brillantini luminosissimi. Ma quando sono entrata in negozio per provarlo, l’obiezione appena mossa si è rivelata la sua arma vincente. Come si fa, io dico, a non provare una corona di cuoricini tempestata di brillantini luminosissimi?
La risposta è non si può. Giustificato in maniera becera a me stessa – ufficialmente è un ferma anello, primo di una lunga serie (ahimè), da quando l’ho comprato, a ottobre o novembre credo, non l’ho più tolto. Sul dito non è pesante ed è estremamente luminoso, cosa che ho notato soprattutto perché in diverse foto in cui lo indosso si vede tantissimo.
L’altro aspetto molto divertente da un punto di vista fashion, è la possibilità di creare combinazioni di anelli: alcune sono proposte da quei perfidi omini di Pandora, e vi aspettano ghignando sul catalogo, altre sono lasciate alla libera fantasia e gusto dell’incauta donzella appassionata di accessori. Il che ci porta a due considerazioni. La prima, che questi graziosi oggetti creano dipendenza (sto cercando di trattenermi dal correre a comprare la fedina col fiocco: mi frega che il negozio chiude prima che esco da lavoro, sennò era la fine), la seconda che la moda imperante di indossare più anelli su una mano sta contagiando anche me.
Del resto, come si sarà capito anche in altre rubriche, mi piace molto prendermi cura delle mie mani. Sono la parte del corpo che abbiamo più sottocchio, una delle prime che gli altri vedono di noi. È un po’ il nostro biglietto da visita, e anche se è vero che l’apparenza delle cose non è la sostanza, c’è da dire anche che spesse volte, ciò che noi mostriamo agli altri è, in qualche modo, una manifestazione di noi. In fondo, davanti al pc mille ore, non vedo forse, come prima cosa, le mie mani, lo smalto, gli anelli e i bracciali?
La marcia in più di Pandora sul versante anelli è anche la possibilità di trovare cosine graziose anche di misure piccoline, mio eterno cruccio.
Il problema principale di Pandora, oltre al fatto che crea dipendenza, è la fila che si genera davanti alle sue porte in occasione di qualsivoglia festività o ricorrenza. È una scena impressionante, iperbolica. Non vi nego che, colta da astinenza da charm e oggettistica varia, ho affrontato, anzi sfidato l’inumana fila. Spesse volte ho perso, ma altre, invece, ho vinto. Adesso starete storcendo il naso, pensando che sia da fuori di testa affrontare file fantozziane per soddisfare un mero bisognoso consumistico. E io vi do ragione, per carità. In qualsiasi altro negozio o situazione vi assicuro che avrei fatto la snob, avrei detto “io questa fila non la faccio, attaccatevi.” Ma cosa ho detto all’inizio del post, lo ricordate? Pandora crea dipendenza. Ecco.
Claudia