Il Fuji-yama vegliava, su di me
Sui miei pensieri riflessi
In un bicchiere di profumato tè che c’è
Sotto i mandorli in fiore”
(la sigla, dolcissima, di Mademoiselle Anne)
Noi, che siamo nate negli Anni Ottanta, passavamo i pomeriggi di fronte al tubo catodico della TV cercando, tra le reti nazionali e quelle regionali, i cartoni animati del nostro cuore. Un solo episodio a pomeriggio, spesso impossibile da rivedere, ci faceva attaccare allo schermo, completamente assorbite dalle animazioni che scorrevano veloci. Ignoravamo che si chiamassero anime e non cartoni, che appartenessero a generi definiti (shojo, shonen), che erano la trasposizione di fumetti chiamati manga.
Nelle reti regionali, che si vedevano un po’ male, quando il pomeriggio diventava quasi sera, spesso passavano vecchi anime anni Settanta, con le sigle nemmeno cantate dalla nostra mitica Cristina D’Avena, ma dai Cavalieri del Re ed altri ancora.
Nell’appuntamento giornaliero con eroi ed eroine pensati in un paese così lontano, abbiamo imparato ad amare e a soffrire con loro; le loro storie ci sono rimaste nel cuore, contribuendo a formare la nostra personalità, consolidandosi dentro di noi con la stessa forza di un mito antico. Tra i molti che hanno un posto speciale nel nostro cuore, certamente c’è Mademoiselle Anne, meglio noto col nome originale di Haikarasan ga toru (una ragazza alla moda) di Waki Yamato.
Confessiamo che, quando su youtube ci capita di ascoltare la vecchia sigla o vedere pezzi di episodi, ancora ci commuoviamo a sentire la nenia triste che, da metà serie in poi, fa da colonna sonora alla storia. Perché Mademoiselle Anne parte con una forte vis comica per poi incupirsi e velarsi di tristezza; la scanzonata e ribelle Anne, da ragazzina testarda qual è, si trasforma in una donna forte, coraggiosa, determinata, regalandoci uno dei più bei esempi di personaggio femminile di sempre del mondo dei manga.
Ora che i bambini di un tempo sono diventati adulti paganti, la cultura dei manga e degli anime sta acquistando un peso e una considerazione che in Italia, quindici anni fa, era pura follia, da relegare a fanzine (giornali creati da fan e spesso autoprodotti) e nerd senza speranza. È proprio di questi giorni la notizia che a Roma uscirà uno spettacolo ispirato a Georgie, altro anime che riempiva i nostri pomeriggi.
Oggi vi presentiamo il nostro personale mito rivisto e rivisitato alla nostra folle maniera: non è il primo fantacast che abbiamo pensato, ma è l’ultimo realizzato, e siamo pronte a presentarvelo: ci piaceva che uno degli anime preferiti della nostra infanzia ci accompagnasse in questo percorso.
Mademoiselle Anne: la trama
Attenzione! Rischio spoiler!

Per interpretare Anne abbiamo scelto Emma Stone che, neanche a farlo apposta, spesso sfoggia pettinature simili alla nostra haikarasan!
Anne Hanamura (in originale, Benjo), figlia di un militare ed orfana di madre, è un vero maschiaccio. Si allena a kendo, è forte e determinata. Non bella – come viene ripetuto infinite volte sia nel manga che nell’anime, sogna un futuro di emancipazione e libertà, sull’onda dei movimenti delle flapper girl Anni Venti. I suoi desideri, condivisi con l’amica ben più chic Tamaki, vengono tuttavia infranti dalla decisione presa dal padre di farla fidanzare col giovane rampollo di un’aristocratica famiglia, il sottotenente Shinobu Ijuin.
L’unione è vincolata ad un’antica promessa d’amore che il nonno di Anne e la nonna di Shinobu, impossibilitati a sposarsi per le differenze sociali, strinsero quando si dovettero separare. Le loro due stirpi si sarebbero riunite, un giorno.

In divisa Chris Evans ci piace un sacco (qui in Captain America): non è riccio ma ci piace molto come sottotenente Shinobu Ijuin
Anne non accetta affatto il destino che le si profila davanti. Si oppone con tutte le forze, tentando persino di fuggire di casa pur di non assecondare il volere del padre. Tra risse, pianti, minacce ed incomprensioni, la coraggiosa ragazza è costretta a lasciare la casa paterna, seguita dall’amico d’infanzia Ranmaru, splendido attore di kabuki travestitosi da donna per restarle accanto, nella casa di Shinobu.
Accettare la rigida etichetta di casa Ijuin si rivela essere complicato per Anne. L’aiuto, inaspettato, viene però proprio da Shinobu. Bellissimo, dolce, gentile, il sottotenente si innamora quasi subito della piccola haikarasan. Apprezza la tenacia del suo carattere, la combattività e la forza della giovane fidanzata, e le confessa il suo amore.
E Anne? Anche lei si innamora lentamente del fidanzato imposto, ma la sua lotta per avere la possibilità di scegliere chi sposare, la sua sete di libertà, il suo modo nuovo di vedere le cose rispetto al mondo tradizionale che la circonda non si è smorzato: l’amore per il sottotenente tuttavia alla fine sboccia, e così il fastidio diventa gelosia, la gelosia diventa amore.
Qui finisce la commedia. Proprio quando la nostra Anne si rende conta di essersi innamorata di Shinobu, il destino e la storia si accaniscono contro la giovane coppia. La ragazza, durante una rissa, litiga furiosamente con il tenete Innen, superiore di Shinobu.

Il malvagio e perfido Innen ha il volto di Gabriel Byrne, qui in una scena tratta da I soliti sospetti
Il gerarca mal tollera Anne, che lo ha umiliato, e si vendica nel modo più atroce di tutti: spedisce il sottotenente in una regione desolata del paese prima, in guerra poi. Anne e Shinobu si salutano senza che la ragazza sia riuscita a confessare il suo amore. Passa il tempo. Mentre il giovane Ijuin si deve scontrare con il reparto affidatogli, un branco di avanzi di galera con a capo il beffardo Onijima, Anne tenta di diventare una moglie perfetta e sembra abituarsi alla sua nuova vita. Decide di fare un fioretto affinché il giovane torni sano e salvo: finché Shinobu non sarà a casa, lei non toccherà più nemmeno una goccia di alcool.
Il sottotenente, frattanto, riesce a conquistarsi la fiducia dei suoi soldati e la stima di Onijima. È con loro che parte alla volta della Russia per sfidare le armate russe e il generale inverno.
Ogni promessa, si sa, deve essere infranta: questo è un topos letterario dei più noti. Convinta dal nonno ad accompagnarlo ad una festa, Anne assaggia inavvertitamente una bevanda alcolica. In quella stessa notte di tormenta, il reparto di Shinobu rimane tagliato fuori dalle linee. Durante la ritirata, l’eroico sottotenente rimane indietro per salvare la vita di Onijima, venendo circondato dai soldati nemici e ferito gravemente.
Disperso. Questa è il terribile verdetto circa la sorte di Shinobu. Ora Anne può tornare alla sua vita, se vuole. Invece vaga per la città, finendo per farsi arrestare alla vigilia del funerale del suo amato. Libera grazie all’intervento del fedele Ranmaru, si taglia i lunghi capelli, indossa il kimono bianco del lutto e propone ai nonni di Shinobu di rimanere con loro. Privi della presenza del nipote, i due appaiono due anziani soli e bisognosi di cure.
Ed è Anne a prendere le redini della situazione. Licenziato il personale con l’eccezione della fedele Kisaragi, Anne abbandona la scuola e va a lavorare: prima tenta di affiancare Yoshigi – geisha bellissima amica di Shinobu, nell’intrattenimento, poi si propone come giornalista presso il caporedattore misogino Tosej.

La bellissima e tragica Yoshigi, compagna del migliore amico tragicamente scomparso di Shinobu, ha il volto meraviglioso e intenso di Marion Cotillard

Sguardo di ghiaccio, labbra belle ma severe, sopracciglia corrucciate. Non ha la folta chioma riccia, ma Tom Hardy è un affascinante direttore capoTosei
Tra un’intervista e l’altra, Anne rincontra Tamaki, anch’essa divenuta reporter. È grazie all’amica se viene a conoscenza dell’esistenza di un bandito nella Manciuria di cui si dice debba essere un soldato giapponese disertore, chiamato il lupo della steppa.
Nella speranza che si tratti del suo Shinobu, Anne parte. Catturata dai banditi, scopre con orrore che il comandate degli stessi non è il suo perduto amore. Invoca il suo nome mentre l’uomo sta per usarle violenza, e questi si blocca. Io sono Onijima, rivela, e il sottotenente Ijuin è morto.

Capelli scuri, sguardo penetrante, aria tormentata ed il fascino del cattivo ragazzo. Guarda caso per il sergente Onijima abbiamo scelto Tom Hiddleston (piove sempre sul bagnato, eh Cicala Claudia?) qui in una scena tratta da Only lovers left alive
Tra le lacrime, il sergente disertore racconta ad Anne gli ultimi istanti di vita di Shinobu. Entrambi si sentono responsabili per la morte del nobile amico e amore: la nostra eroina per aver litigato con il malvagio Innen, il capo dei ribelli perché è stato per salvare lui che il sottotenente è caduto nell’imboscata.
Shinobu ormai è morto, non si può far nulla, ma Onijima può vendicarsi su Innen e lo fa, assaltando il comando del tenente, trasferitosi anch’egli in Manciuria.
Col cuore a pezzi, Anne torna a casa. Non rivela ai nonni Ijuin ciò che ha scoperto per non spezzare, in loro, la speranza di un possibile ritorno di Shinobu. La sua anima sofferente potrebbe, a questo punto, venire consolata dal caporedattore Tosej, la cui allergia alle donne si attenua solamente in presenza di Anne. Ma una sera, mentre è in compagnia di Tamaki, la giovane vede un dirigibile solcare i cieli di Tokio. Le due reporter corrono sul luogo dell’atterraggio e vedono uscire dal velivolo una splendida donna accompagnata da Shinobu.
Qui l’anime si interrompeva. Nell’ultima scena, Anne e Shinobu, riunitisi non si sa bene come, passeggiavano in una spiaggia, nel tramonto. Ma come finisce, davvero, Mademoiselle Anne?
Mademoiselle Anne: il finale
I due misteriosi viaggiatori del dirigibile sono una coppia di russi emigrati: Larissa e suo marito Sasha. La somiglianza di Sasha con Shinobu è enorme, ed Anne immediatamente crede che sia lui il suo amore perduto. Fa di tutto per incontrare i due profughi, e vi riesce. Larissa, tuttavia, infrange ancora una volta tutte le sue speranze. Lei e Sasha si conoscono sin da bambini, e la donna può provarlo mostrandole le foto del marito bambino. Anne sembra rassegnata alla sorte ancora avversa, ma un’improvvisa malattia della nonna di Shinobu la spinge a ragazza a cercare Sasha chiedendogli di vestirsi dal sottotenente e presentarsi all’anziana. L’uomo acconsente e rivela ad Anne di essere davvero Shinobu Ijuin, ma di non poter lasciare Larissa nonostante ami ancora Anne.
La donna, infatti, l’ha salvato da morte certa, recuperando il suo corpo ferito abbandonato nella neve. Per il trauma, il sottotenente ha perso la memoria, e solo la vista di Anne gliela fa recuperare. Ma Larissa, l’infelice Larissa, è malata di tubercolosi e Shinobu non la può abbandonare.
L’amore, tuttavia, vince sempre. Larissa si fa da parte e permette ad Anne e Shinobu di vivere insieme.
Lo so: dovremmo chiamarla Benjo, e non me ne vogliano gli otaku e gli appassionati del genere. Siamo quasi fan della vera vecchia guardia, noi, e ancora la Cicala Claudia ricorda il suo primo ingresso in una vera fumetteria, alla fine degli Anni Novanta. Ma Anne resterà sempre Anne, nel mio cuore.
Soprattutto nella parte finale, potremmo aver omesso qualche dettaglio o commesso qualche piccolo errore che, comunque, non compromette il senso della trama. Perdonateci, di nuovo, ma il manga è perso in qualche antro di casa mia e proprio non riesce a trovarlo in questi giorni.
Adesso la domanda sorge spontanea: vi è piaciuto il nostro fantacast? Avete suggerimenti su altri? Noi ne abbiamo almeno altri due in serbo per voi, quindi tremate. O commentate.
Il testo è di Claudia.
Il delirio e la scelta delle foto, è in comunione con Sara, ovviamente, che ha supervisionato l’articolo.
complimenti davvero per questo tuffo negli anni 80… che nostalgia…sono figlia di quegli anni…e poi fantastico il tuo confronto con gli attori odierni,.
buon venerdi
daniela
Grazie mille! Abbiamo deciso di iniziare proprio con Anne perché è un anime stupendo, struggente, bellissimo, e speriamo di proseguire – se hai qualche suggerimento, faccelo sapere! Siamo contente che ti sia piaciuto, grazie mille per le belle parole! Buon weekend anche a te, claudia
Brava Cicala Claudia! Fantastico Madamoiselle Anne <3
Grazie Michela! 😀 😀 Mi sono divertita un sacco a creare questo fantacast! 😉
E Ushigoru ?
Oddio è vero. Tu chi ci vedresti? 🙂
Salve mi chiamo Anna, ho letto la trama c è qualche errore, ho visto l anime due o tre volte lo trovato divertente, e allo stesso tempo anche drammatico, ho il manga pure, se il finale finiva come il manga avrebbe riscosso più successo, che è bellissimo, avviene mentre lei si sposa con Tosej avviene il terremoto, Larissa muore malata o per salvare Shinobu, e poi lui va a cercare Anne in mezzo le macerie e lei invocava lui che prima di morire voleva vedere il suo shinobu. E alla fine si sposano e la nonna era felice che aveva esaudito il suo desiderio.