Vi devo dire la verità, a me già manca Pine.
Anzi no, non volevo iniziare da qui, ma volevo dirvi che non mi ricordo neanche come sia iniziata questa storia della parodia. Sapevamo che sarebbe iniziata la serie tv The night Manager e la mitica Cicala Claudia erano mesi che non stava nella pelle. Tom sarà un grande, Tom ci farà felici anche stavolta. Abbiamo pensato di fare qualcosa di diverso, ma non avevamo in mente nulla di così scoppiettante.
Mi ricordo quasi tutto, ma non di quando e come si è deciso di dar vita a questa operetta di ironia e comicità, con parole che tengono incollati allo schermo del computer, del tablet, del telefono. Sapete quante volte mi sono ritrovata nelle pause di lavoro, mentre mangiavo, camminavo, con il telefono in mano a leggere? Ma questa è un’altra storia, perché la mia lettura è stata sempre quella in anteprima, quella del “Che cosa ne pensi?”, “è troppo?”, “è troppo poco?”. E cosi vedevo crescere questo felicissimo esperimento che tanto è piaciuto anche ai nostri lettori e alle nostre lettrici.
Dopo questo bell’inizio romantico malinconico, da encomio, nel quale non ho detto a sufficienza di quanto la Cicala Claudia sia geniale, passo a quello che devo fare veramente. L’ultima puntata della parodia, la critica letteraria, la mia personale lettura di una fantastica opera prima che avrà seguiti, ci stiamo lavorando, altrettanto felici.
Come si sbeffeggia la cattiveria
Ve la dovete immaginare, la nostra Cicala, mentre tutta intenta scrive, nelle sue stanze sotto silenzio per l’occasione (che poi è un’occasione frequentissima). Muove veloci le manine sulla tastiera e riflette, anche quando è stanca. Lo fa per noi lettori e, soprattutto, per prendersi gioco dei cattivi. Un’eroina dei nostri tempi. Ora diciamocelo, The night manager è una storia di spie, non è una soap opera. Non è una commedia. Ci sono le spie e i cattivi. E i cattivi sono proprio cattivi, le spie sono proprio furbe.
Pane per i denti della Cicala, semplicemente.
Il cattivo per eccellenza è quello scapestrato di Roper. Scapestrato perché non si accorge di nulla, dalle corna al fatto che Jonathan Pine è proprio lui la spia, e se lo mette in casa come si fa con i gattini di quelle cucciolate tristi e zozzone per le strade di periferia. E che fai, non te lo prendi il povero gattino. Ma Pine, per quanto dolce e tenero con quello sguardo lì, non è proprio un felino poppante innocuo. È LA spia, caro Roper, al soldo di quell’altra bella donna di Angela. Ma niente, Roper furbo poi tanto non lo è, e ancor meno lo è nella penna di Claudia.
“Noi vecchiacci dobbiamo parlare; ci vorrà un po’” dice a Jed dopo aver chiuso la telefonata. “Ma Pine vorrebbe portarti al bar sopra la terrazza. Fossi in te approfitterei, ha già delle pretendenti” dice indicando quattro sgallettate che fissano il nostro fascinoso eroe al solito modo bramoso.
E Jed si approfitta del povero Pine. Complimenti Richard. Conduci la tua donna tra le braccia di Pine, la spia più figa che ci sia. Lei poi pure è figa, e giovane. E le fighe giovani vanno coi fighi giovani. Anche e soprattutto quando il fidanzato della bella si atteggia a vecchio. Ma al di là di queste ovvietà, vi rendete conto dell’ironia?
Qui invece lo insulta proprio, ma con la classe che le si confà.
Come se non bastassero già le tragedie che gli sceneggiatori hanno appiccicato al novello dottor House, Claudia riesce a tratteggiare ancora di più, col suo estro o quantomeno a smontare il più cattivo tra i cattivi. Troviamo alcune sue descrizioni e appellativi a lui dedicati favolosi. io li ho raccolti tutti, maniacalmente, come un’antiquaria maniaca.
È malvagissimo, sua malvagità, l’uomo più spietato, crudele e cattivo del globo terraqueo, l’essere più malvagio da qui ad Alpha Centauri, sua malvagità imperiale (il debole per le teste coronate si palesa sempre più), colui che con le volpi furbe ci si fa i colli dei cappotti (oddio, penso di sì, visto come veste), l’uomo più cattivo del mondo, parente alla lontana della Regina di cuori, il perfido trafficante, il nostro novello David Copperfield, mostro senz’anima, perfido, maestro di cattiveria, schifosamente ricco, Malefix, il malvagissimo, losco, cervo a primavera, uomo più cattivo delle terre emerse, ovvio, sempre attentissimo (eccetto che alle corna), zio, dorme il sonno degli ingiusti, tonto, cattivissimo trafficante d’armi, quel demente senile, mister, pensionato, Gargamella, becco, Ducaconte (aridaje), si crede il mejo fico der bigonzo, detentore di un impero del male (è una fissa medievista la sua, sì.).
Gli outfit: da Roper a Jed (passando per Pine) è tutto un orrore
Che noi Cicale si ha un debole per le cose belle si sa. E che se queste cose belle si materializzano nella forma di scarpe e vestiti ancora di più. E che quando non ce li possiamo comprare ci piace parlare, pure. Tragicamente si è anche a conoscenza che ci piace osservare, che siamo curiose, e che l’abbigliamento altrui è uno dei nostri argomenti preferiti.
Come non commentare quindi, nello stile più Cicaloso possibile, l’intero schieramento degli outif di The night Manager? Perché non farsi carico di una critica serrata e sempre ironica degli straccetti riservati a questi poverini dei personaggi?
Non sono neanche domande da porre alla Cicala Claudia, in quanto a lei viene così naturale parlare di stile… naturale quasi quanto l’espletamento di fabbisogni vitali. E non sto qui ad elencarli o a soffermarmi, solo perché alcune immagini disgustose le vedrete subito subito in questo stesso paragrafo.
Ed eccolo Roper, signore e signori: colbacco orribile in testa, pantaloni rosso fuoco e sciarpetta azzurra regalata a Natale e riciclata da chissà dove. Stretta a lui, in un abitino di maglia da cui spuntano due gambe chilometriche e senza calze, avvolta in una pelliccia tinta di giallo (tanto per non farsi notare), avanza nella neve con grazia felina la fidanzata trofeo di Roper, ovviamente di professione modella:Jed.
Prima apparizione del cattivo: momento memorabile di tutta la serie. La Cicala Claudia ce lo presenta così, denigrandolo. Ma lui non è che abbia provato a farsi voler bene, dall’inizio infatti si è presentato con questa accozzaglia di abiti e colori parecchio disturbante. Neanche al mercatino dell’usato, neanche in quelli del peggior tipo, si trova certa roba. L’outfit dell’ignobile Richard a me fa pensare a quegli accrocchi che si fanno quando si va in un posto dove non si è habitué. Ad esempio un Fantozzi qualsiasi che deve andare a sciare ma non ha mai visto la neve neanche in fotografia, che chiede ad amici e parenti di farsi aiutare nella composizione dell’attrezzatura. Ma Roper ha i soldi e come ce lo dimostra? Presentandosi con una strafiga che potrebbe essere sua figlia che, al contrario di lui, ha dei problemi di sensibilità alle temperature. E delle gambe bellissime.
Claudia fa una cosa con Jed, come con Roper e addirittura con il suo idolo Pine: ce li distrugge, li smonta, come solo una creatrice di scenari con le parole sa fare. Jed è bella, Jed mette in mostra il suo corpo e Claudia ci fa ridere pensando a questo. Tutti i personaggi, così, scendono da un piedistallo etereo e vengono fatti precipitare in una dimensione terrena. O su uno sterrato. Col muso.
Sua Malvagità sta facendo colazione con una orribile vestaglia blu e rossa.
Su Richard Malvagità Roper davvero non so che altro dire. Cioè, questa vestaglia basterebbe, una serie tv intera con parodia pure. Eppure continuo a parlarne. Ho un debole per i cattivi scemi, Claudia lo sa, e deve avere anche forse inconsciamente calcato su questa figura tanto malvagia quanto divertente. Oppure l’ha creato lei così.
Ovviamente, come sua abitudine, la nostra amica è completamente nuda. Casa è piena di gente, ci stanno gli ospiti, Corki è già ubriaco, ma lei, che è superiore a questa cosa retrograda e borghese della necessità di indossare le mutande, sta così, nuda sul letto. Ed è esattamente in questa posizione che la becca Pine.
Jed è sempre nuda, l’avevo già detto? Neanche io che sono profonda conoscitrice di questa parodia sono riuscita a trovare tutti i momenti, sono veramente troppi e credo che sarebbe davvero superfluo e tedioso come elenco.
Ovvio non potevano mancare commenti sugli abiti di Pine. A noi non Pine, ma Tom Hiddleston piace sempre, e ci piace in particolare con la giacca di pelle. Ma qui è degna di nota soprattutto la ripulita che Roper cerca di dargli una volta che lo ha adottato. Claudia non perdona proprio nulla a personaggi e sceneggiatori.
Sbem, sbem, colpiamo Roper e imponiamolo come sport nazionale di Cicalopoli! Sì, perché se io avessi un sacco da boxe esso avrebbe il volto di Roper e inviterei quotidianamente Claudia a “giocarci” insieme. Pure lui però, ce le serve su piatti d’argento (Pandora).
Torniamo a Jed, amore di Roper e di Pine, quando ormai siamo abituati a vederla sempre nuda o seminuda o in mise sexy ecco qui che lei ci frega: si mette i mutandoni. Ora, lo spettatore medio forse neanche se ne accorgerebbe ma Claudia no, lei non perdona.
Le mejo foto – secondo me
No, non è un paragrafo su quanto sia gnocco e fotogenico Tom Hiddleston/Pine, anche se sarei molto tentata. Sarei tentata di dire quanto, in mezzo alla tanta ironia della Cicala, abbia messo del suo il fascino di quest’uomo, per lasciarci tutte incollate allo schermo. Non lo farò, ma vi do un suggerimento per sopperire a questa mia ostinata, quasi dispettosa mancanza. Guardatevi la foto in anteprima dei vari articoli e capirete, capirete quanto sono brava a resistere, in verità.
Non vi parlerò neanche delle immagini prese in prestito dagli anni 80 e 90, da quei film che ci hanno fatto crescere, a suon di botte alla Rocky, di amori sfigati e di facce d’angelo alla McFly. Che poi io mi chiedo, ma quei faccini, nel terribile e durissimo nuovo millennio, le hanno fatte completamente fuori? Sono mutazioni genetiche? A noi mancano tanto, e soprattutto ci manca tanto quando riuscivamo a innamorarsi anche di questi sbarbatelli con l’appeal di un opussum. Però ci manca pure Indiana Jones, mentre non ci manca Bond, ci mancherà solo quando non lo farà più Tom. Viaggia, piccola Cicala Sara.
Vi parlerò invece della maestria della mia infallibile Cicala Claudia, che è riuscita a ritagliare fotogrammi di una comicità disarmante. Mi è riuscita a tirare fuori il lato ridicolo di questi cattivissimi, furbissimi, alcuni davvero antipatici personaggi. Mi è riuscita a condire con le immagini un’insalata di parole già pregna e succulenta. Ma che dico insalata, noi mica siamo a dieta. L’insalata la diamo alle pecore. Mi pare uno di quei dolci non solo buoni, ma pure belli. Sì belli che dai, la bellezza come metafora per le foto va pure meglio. Oddio, forse non per questi immortalamenti qua. Ma procediamo con ordine e smontiamo un personaggio alla volta.
Cominciamo da quella stanga di Jed, e ricordiamola qui:
In questa foto Jed sembra mia zia Concetta alla vigilia Natale, dopo che ha fritto mezzo Mar Tirreno. Solo che mia zia Concetta ha di solito una cera migliore, anche quando si mette quell’orrido blush marroncino delle vecchie e, per mettere in risalto l’incarnato, correda il tutto con un vestitino color cammello coi fiorellini blu sbiadito. E voi mia zia Concetta non la conoscete, quindi vi sembrerà di sicuro meno disturbante alla vista di quanto lo sia in realtà. Non perché sia brutta, ma perché non sa acconciarsi e perché la frittura del Mare nostrum intero (più un pezzo di Ionio), stanca. E ti fa uscire fuori rughe che non hai, e ti fa sembrare più sfatta di quello che non sei. Ora va bene che qui Jed piange disperata, ma l’attimo colto dalla Cicala fa tirare un sospiro di sollievo a tutte quelle come noi che stavano rosicando della tresca tra Jed e Jonathan Pine, e pure a zia Concetta.
Passiamo ora a quel quasi pensionato di Roper, come se non fossero bastati gli appellativi, e poi gli outfit e tutto il resto. È lui il bersaglio preferito di noi tutti. Eccolo qua.
Non voglio essere ripetitiva, ma mi sembra il marito di zia Concetta, Pasquale, che mentre lei frigge sbuffa: “‘Sti fritti puzzano, lo dico ogni anno che è meglio fare il pesce lesso.”
Ma lo dice per provocare tutta la famiglia, che chi lo vuole il pesce lesso a Natale? Un demente vestito da impostore? O un impostore demente. Ops. Sto di nuovo parlando di Roper. Mentre mi confondo ringrazio Claudia per quest’altra splendida diapositiva. Che poi in realtà di Roper me ne piacciono tante altre, ma devo fermarmi, altrimenti mi diventa la parodia della parodia, la parodia delle foto della parodia e non la finiamo più.
Passiamo ad Angela, la capa di Pine, quella donna forte e indomita che pure col pancione non pensa ad altro che a sconfiggere il male.
Eccola, in tutto il suo splendore e in tutto il suo sguardo sveglio. Se ci deve difendere lei dai cattivoni con questa mirabile aria da stratega dei due mondi allora sì, mi metto a dormire su sette guanciali. Guanciali che si riveleranno poi essere di spine.
E alla fine arriva Freddie, uomo inutile e intelligentissimo.
Ciucco come una zampogna, si fa abbindolare dal nostro caro Pine nell’entusiasmante episodio finale. Il buon Hamid sarebbe anche un bell’uomo (come direbbe zia Concetta) ma al fianco della spia dei nostri cuori scompare. Diciamo che scompare anche perché è meno sveglio di un qualsiasi animale un nanosecondo dopo la fine del letargo.
Ma non è merito suo, quanto della Cicala e della maestria con la quale ritaglia.
Conclusione o quasi
Non riesco a smettere di scrivere, mi sento posseduta dalla Cicala Claudia, anche se non sono brava e ferrata quanto lei. Scrivo, scrivo ma a questo punto devo svelarvi un segreto. Sapete che ancora non ho visto la serie? Neanche una puntata, neanche un minuto. Conosco Pine, Jed, Roper, Freddie e tutti gli altri solo attraverso le parole di Claudia. Strano no? Eppure è così. Guarderò The night Manager dopo la pubblicazione di questo post e probabilmente avrò molto altro da dire, paragonando quello che vedrò sullo schermo con quello che ha tratteggiato la Cicala. Vedremo.
Ma prima di gettarmi nella cruda realtà vorrei accennare alle citazioni, grandi assenti del mio post. È una citazionista d’altra scuola la Cicala, sapete? Eh si che lo sapete, se vi siete letti tutta la parodia. Gli anni ottanta e novanta, i film comici cult italiani, musica, citazioni letterarie… che cosa manca? È riuscita, mentre ci presentava personaggi, luoghi ed emozioni, li fotografava, è riuscita a metterci dentro pezzi della nostra infanzia e della nostra adolescenza così, come nulla fosse.
Inizialmente, proprio per il valore che riconosco a questa enorme capacità citazionista, avevo pensato a questo post come a un elenco di citazioni. Poi mi sono fatta prendere da altro ho scritto pagine e pagine e ora sto pensando, che me ne faccio di tutte quelle esilaranti citazioni? Le lascio trovare a voi e vi lancio una sfida: facciamo a chi ne trova di più?
Sara
N.B. Grazie ovviamente alla Cicala Claudia che ci ha regalato la parodia, meraviglia delle meraviglie. Grazie a lei che corre con me, fianco a fianco, in questa fantastica avventura delle Cicale. Grazie a lei che mi fa leggere tutto prima di tutti, prima pure delle anteprime. è uno spasso, e so che anche lei lo sa. Grazie a lei e a chi la legge. Grazie! Grazie! Grazie!
Me la sono proprio gustata. La cosa migliore è la perfetta coerenza con l’originale, molto ben fatto di suo.
La parodia non è mai forzata, sgorga naturalmente e sfrutta anche i punti di forza del modello – ed è esilarante, che non guasta.
E ora un commosso pensiero per il povero Corki, scaricato dal suo capo dopo anni di leale servizio solo perché un po’ basso e diversamente figo. Che brutto mondo. Vivrai per sempre nei nostri cuori, Corki, e vinceremo per te la battaglia per cui ti sei immolato, che se ho ben capito consisteva nello strappare i pantaloni a Pine. Credo.
Grazie di tutto Cicale belle!
Grazie a te di averla letta tutta quanta! Se hai avuto un colpo di fulmine per quel figo spaziale di Pine, ti consiglio l’incompleta (per ora) parodia di Crimson Peak, che trovi qui http://cicalechic.it/crimson-peak-la-parodia-ep-1-thomas-poveraccio/ e qui http://cicalechic.it/crimson-peak-parodia-ep-2-sharpe-pussa/. Pare che la scena nel ristorante con la ricca “esplorazione” ai danni di Pine sia stata improvvisata da Corki e non era prevista dal copione. L’attore si era immedesimato un po’ troppo nel ruolo! 😀 Peccato che questo dettaglio è venuto alla luce solo molto tempo dopo che avevo scritto la parodia, avrebbe dato spunto ad altre battute. Corki, insegna agli angeli a fingere ubriachezza per portare a termine loschi scopi 😉 🙂
Mi sono persa Corki che dà di matto, mannaggia! L’altra parodia è esattamente quello che mi ha inchiodata al vostro sito, spero di leggere presto il seguito! Intanto aspetto sulla riva del fiume che passi Thor Ragnarok…
La scena dell’improvvisazione, vista dal vivo, deve essere stata semplicemente FANTASTICA! Sto letteralmente facendo il conto alla rovescia per Thor: Ragnarok. Sicuramente scriverò un articolo sull’outfit prescelto (è pur sempre un blog fashion) e su quanto divento poco accomodante quando c’è Tommaso al cinema. Quella assolutamente la finirò. Prima o poi. Spero. Abbi fede! 😉