Come sopravvivere all’insana passione per il make up e affini

Lo confesso. Sono stata affetta, per un periodo abbastanza lungo, dalla sindrome da acquisto compulsivo di makeup e affini. Non riuscivo a resistere dal collezionare l’ennesimo ombretto/rossetto/blush, crema, ammirandone il packaging, ipnotizzandomi di fronte alle campagne pubblicitarie. Che meraviglia, scartare un prodotto nuovo, lucido, bellissimo. Toccare la texture, provare il colore, ispirarne l’odore di buono. Un piccolo regalo, la promessa di un lusso accessibile, una coccola da riservare a se stesse. Ho messo su una collezione invidiabile, spettacolare, pantagruelica, eccessiva.

Ci campo ancora di rendita, è vero: spesso, le nuove collezioni non fanno più presa sui miei occhi sbrilluccicanti per la semplice ragione che ricordo – per fortuna, ho buona memoria, ebbene ricordo di avere un prodotto simile, a casa. E allora mi fermo dall’acquisto compulsivo, mi trattengo. Eppure, così come è vero che la mia collezione asseconda ogni mia fantasia nel creare look nuovi ogni giorno – tragicamente simili a se stessi, da quando la routine lavorativa mi obbliga ad un dress code fondamentalmente neutrale, devo ammettere anche che spesso, il cestino diventa la tomba di prodotti pressoché nuovi.

Ebbene sì, il make up non è eterno. Dopo vent’anni non diventa vintage, puzza di rancido. Se voi oggi chiudete dentro ad una piramide una palette, un rossetto, un bracciale d’argento ed un vestito, tra tremila anni gli archeologi del futuro troveranno una polvere inutilizzabile, un affare puzzolente e squagliato, uno straccio orribile e il bracciale inalterato. E quindi, direte voi, non dobbiamo comprare make-up? E quindi dovremmo stare a sentire una che, per sua stessa ammissione, ha dilapidato una fortuna – metaforicamente parlando, s’intende, in palette e rossetti?

No, giammai. Io ho sempre adorato i trucchi e truccarmi. È dal tempo delle lire che sono vittima del fascino irresistibile dei rossetti Chanel, dei mascara Yves Saint Laurent, degli ombretti Dior. La mia skincare routine è rimasta lunga e complicata, sebbene sia ormai avviata da tempo su dei binari precisi. E non smetterò di acquistarne leggermente più di una persona normale. Ma sono guarita dall’accumulazione seriale, lo giuro, ed ora ho due obiettivi.

  1. Smaltire quanto più possibile quanto ho accumulato in questi anni senza danni per la salute.
  2. Allocare le mie risorse nel modo più intelligente possibile.

 

Che voglio dire con l’ultimo punto? Facile. Le risorse economiche di cui disponiamo sono, ovviamente, limitate. La domanda – e l’esperimento che ne consegue, è il seguente. Si può cercare assecondare una passione alle regole dell’utilità? È possibile ottimizzare gli acquisti, comprando quello che è bello e ci piace – il rossetto che una modella sfoggia su una rivista patinata, lo smalto di tendenza, restando nei confini di un budget fisso, programmare gli acquisti e riuscire a non rinunciare ad accaparrarsi qualche pezzo o trattamento costoso?

Si può fare, diceva un noto dottore in un film in bianco e nero. E ve ne darò la dimostrazione. Certo, il sentiero è spesso impervio: proprio l’altro ieri ho dovuto fare uno sforzo enorme per controllarmi e non comprare nulla da Sephora. Ho quasi ceduto di fronte ad una bellissima palette viola di Marc Jacobs, un trio scontato del trenta per cento. Ma ho resistito, e sono qui per raccontarvelo.

L’argomento è lungo, vuoi per gli aneddoti, vuoi per la ricchezza dell’argomento. Pertanto, non verrà esaurito completamente con un post. Lo smaltimento e la razionalizzazione della mia collezione ricorda un po’ le avventure degli esploratori dell’Ottocento, alla ricerca disperata delle sorgenti del Nilo.

La gestione ottimale delle risorse, invece, è stata testata nell’ultimo anno e ha dato proficui risultati.

Il primo trucco (notate il gioco di parole), di cui vi voglio rendere partecipi, è approfittare dei cofanetti. Il cofanetto della skincare vi salva la vita. Spesso fa capolino dagli scaffali delle profumerie, ammiccando. Il suo potere – anzi, la sua utilità, sta nel fatto di darvi la possibilità di provare, spesso alla cifra di un solo prodotto intero, due o tre mini size neanche tanto piccole, di altri componenti della gamma. Generalmente, si tratta di contorni occhi, sieri, maschere o trattamenti di pulizia del viso (esfoliante, latte e tonico ecc.)

I più convenienti, data la mia esperienza, sono quelli di Lancôme. L’ultimo che ho preso – uno dei miei regali di Natale, prevedeva una crema full size (quindi taglia di 50 ml), e due mini taglie di crema notte e crema con siero notte. Considerando che ho approfittato di uno sconto del 25% attuato nella profumeria dove mi sono rivolta, ho avuto modo di provare ad un prezzo estremamente vantaggioso, prodotti di fascia alta che mi stanno soddisfacendo enormemente.

Inoltre, se avessi acquistato solamente la crema, non avrei avuto modo di provare le altre due in piccolo formato, che certo non avrei mai acquistato a prezzo pieno in full size. Tale escamotage mi ha permesso di allocare maggiori risorse in makeup. Furbo, vero?

Ma attenzione: la raccomandazione, di nuovo, è non cadere nella tentazione di acquistare in quantità cofanetti spacciati per offerte irripetibili. Vengono riproposte annualmente, spesso stagionalmente, ed è molto più soddisfacente acquistare più prodotti diversi, col nostro budget fisso, anziché ingolfarsi di creme e cremine perché l’offerta è conveniente. Meditate.

Claudia

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