Leo siamo con te

Avete presente quando, ai nostri tempi, si scendeva a giocare sotto casa? Spero di sì. In ogni quartiere, in ogni stradina, in ogni zozzo cortile/parcheggio di condominio c’era il bullo. Quello più grande di anni o mesi, spesso scarsissimo a scuola, già gretto e volgare. Quello che, forte solo di quella presenza al mondo più datata, vi prendeva di peso in prestito la bici o il pallone e vi prendeva in giro magari per il vostro cappottino pulito.

E poi alle medie, a scuola. Sempre lui con i suoi amichetti, puzzolenti di quell’ormone fastidioso che iniziava a farli più indigesti soprattutto alle ragazzine, perché si sa quanto è facile che con la pubertà scatti anche il desiderio di sopraffare l’altro sesso. Ebbene, sempre lui, nullafacente fumatore precoce, assolutamente non interessato a qualsivoglia tipo di attività oltre a quelle di farsi beffe degli altri, a fare risse fini a se stesse, a infastidire tutti, a esercitare violenza gratuita. Sempre dall’alto della sua inadeguatezza e dei suoi disagi nascosti e neanche troppo bene.

Ve lo ricordate? Sono certa che ognuno di voi ne ha avuto uno. Avete provato a ribeccarli ora, a sapere che cosa fanno? Cercateli, con i social network dovrebbe essere facile. Cercateli ora e vedrete quanto le loro vite siano infinitamente peggiori e meno interessanti delle vostre.

Leonardo, tu ti ricordi di quando girando Buon compleanno Mister Grape fosti trattato male da un giovanotto sulla trentina, dedito all’alcool e alla droga e giovane promessa del cinema americano e mondiale? Cercalo anche tu, lì a Hollywood dovrebbe essere facile. Cercalo ora – fallo ti prego –  e ora vedrai un panzone, che non è candidato all’Oscar come te. Ah, prima però leggi qui: Johnny Depp: «Ho torturato Leo DiCaprio».

Sara

NB. Questo post è dedicato a tutti i miei studenti adolescenti.

 

Foto credits: Amazon

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *